Abbiamo appena realizzato due grandi piatti ornamentali accomunati non solo dalle dimensioni – 60 centimetri di diametro – ma anche dai decori, in stile Pavona e Palmetta persiana, e dalla figura centrale: l’astorre.
L’astorre è un uccello immaginario, tipico della tradizione ceramica faentina, a metà fra un astore e un airone. Deve il suo nome probabilmente ad Astorre Manfredi, signore di Faenza conosciuto anche come Astorgio.
Il primo piatto è decorato in maniera tradizionale: i due astorri, uccelli dal tipico collo lungo e intrecciato, sono stati reinterpretati da un vaso del XV secolo conservato al Victoria and Albert Museum di Londra. Nelle simbologia tradizionale, gli intrecci formati da animali rappresentano lo scorrere dell’energia divina nelle forme, la vita, la crescita, la continuità.
Sul bordo la decorazione Pavona è ispirata allo stesso periodo storico e si sviluppa con alcuni tratti caratteristici: i colori accesi, le foglie accartocciate intorno alla penna di pavone, la fiamma piramidale.
Bernard Rackham descrive così questi decori nel suo Capolavori della maiolica italiana (1976, p. 32): “Con splendida sicurezza i ceramisti di Faenza usarono infiniti motivi – figure, stemmi araldici, fiori o foglie – per arricchire con la loro varietà di ritmo e di colore forme plastiche che sono in se stesse piene di grandezza”.
Se nel primo ci siamo attenuti al tradizionale, in questo secondo piatto abbiamo lavorato un po’ di fantasia. Al centro l’astorre è colto con le ali spiegate, nell’atto di alzarsi in volo, per dare un’aria più leggera al piatto. Allo stesso scopo sul bordo abbiamo conferito un movimento leggero alle palmette. I colori, invece, sono quelli tradizionali.
Ideali per dare prestigio ai vostri ambienti domestici, entrambi i piatti sono predisposti per l’affissione al muro o sulla cappa di un camino.