La tecnica della maiolica di Faenza
La tecnica della maiolica è molto antica e si tramanda e pratica a Faenza dal Rinascimento. I metodi e i materiali sono praticamente invariati da secoli, così che ogni oggetto realizzato oggi porta con sé secoli di tradizione.
La tecnica si può riassumere in queste fasi:
- Realizzazione della forma in argilla e prima cottura per ottenere il biscotto
- Applicazione della maiolica (lo smalto base) per immersione o aspersione
- Preparazione del disegno e dello spolvero
- Decorazione a pennello
- Applicazione della cristallina a spruzzo
- Seconda cottura “a gran fuoco”
Realizzazione della forma in argilla e prima cottura
Le terre dei dintorni di Faenza sono ricche di argilla, una materia particolarmente plastica e adatta a realizzare forme anche molto complesse.
Il manufatto in argilla, formato al tornio o tramite uno stampo, viene fatto essiccare e successivamente cotto a 980° C, per ottenere la terracotta che chiamiamo biscotto.
Applicazione della maiolica
La peculiarità della ceramica di Faenza è la maiolica, uno smalto vetroso che grazie alla presenza dell’ossido di stagno diventa particolarmente bianco e lucente con la cottura ad alte temperature.
L’oggetto in biscotto viene ricoperto di maiolica per immersione o per aspersione. A questo stadio l’oggetto smaltato è molto delicato in quanto la superficie è polverosa e volatile.
Preparazione del disegno e dello spolvero
La tecnica della maiolica di Faenza è caratterizzata dall’estrema precisione della decorazione e dalla ricchezza dei suoi disegni. Per questo motivo la decorazione a pennello raramente viene eseguita a mano libera.
Per la maggior parte delle decorazioni tradizionali è necessario preparare uno spolvero, una traccia da seguire col pennello. Il motivo decorativo viene disegnato su un foglio di carta velina, e successivamente forato con un sottilissimo ago. Questo spolvero viene posizionato accuratamente sull’oggetto da dipingere e vi si passa sopra del carbone in polvere, il quale lascia una traccia che possiamo seguire con il pennello. I residui di carbone scompaiono poi durante la cottura.
Decorazione a pennello
I colori utilizzati per la decorazione sono ossidi di metalli o minerali, e sono diluiti con acqua. Alcuni di questi colori cambiano la tonalità dopo la cottura a gran fuoco: il “Blu Faenza”, ad esempio, prima della cottura è violetto.
Le pennellate devono essere fresche, ma molto precise: è praticamente impossibile correggere gli errori.
Si segue con accuratezza la traccia dello spolvero e si eseguono prima i contorni con pennelli molto fini, poi si riempiono le aree da colorare, strato dopo strato.
Una delle maggiori difficoltà è comprendere la corretta diluizione del colore e lo spessore da stendere.
Applicazione della cristallina
L’oggetto decorato viene ricoperto a spruzzo di cristallina, una sostanza vetrosa trasparente che, fondendo durante la cottura, conferisce alla superficie la brillantezza tipica della maiolica di Faenza.
Seconda cottura a Gran Fuoco
Il forno deve essere allestito accuratamente: la maiolica o la cristallina non devono toccare le pareti o la base di appoggio altrimenti, fondendo, si attaccherebbero.
La cottura avviene a circa 930° C e la temperatura deve salire e scendere molto lentamente: occorrono circa 12 ore per salire di temperatura e altre 12 per scendere e poter aprire il forno.
Una ceramica così realizzata è un oggetto prezioso, resistente e duraturo: la decorazione resterà brillante per sempre, come testimoniano i numerosi oggetti esposti al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.